GRUNDIG
HI-FI STereo Tuner RT 50
Impressioni d'ascolto e confronti
Grundig RT50 su impianto LINN

Il primo impianto veramente Hi-End su cui ho ascoltato il Grundig RT50 era composto da:

- Condizionatore di rete ANTONIO NINCARI mod.LC3
- Preamplificatore LINN KAIRN
- 4 amplificatori con crossover attivi LINN LK100 (uno in uscita per ogni cono delle casse)
- Casse LINN KELTIC (con risposta di frequenza da 20hz a 20kz +/-2db
- Cavi di rete e segnale TRANSPARENT Ultra e Plus
- sistemi di isolamento con punte e vari accorgimenti
- ambiente trattato con tubi acustici TUBE TRAP su progetto COMPUTERIZZATO della società ACUSTICA APPLICATA

Ogni componente, dai cavi, alla sospensione controllata pneumaticamente del lettore CD era stata studiata maniacalmente. Il proprietario, che disponeva di un'immensa collezione di vinili e di CD, spesso doppi, stampati in diverse nazioni, era dotato di un udito eccezionale e di una sensibilità acustica veramente fuori dal comune. La prova del Grundig in questo ambiente è stata quindi particolarmente impegnativa. Un impianto del genere mette a nudo anche il più piccolo difetto o imperfezione.

Il punto debole del test è stato l'utilizzo forzato di una pessima antenna composta da un vergognoso spezzone di filo, non c'era modo di fare altrimenti.
La seconda criticità è stata rappresentata dall'impossibilità di adeguare i cavi alle rispettive macchine, ed in un impianto di questo livello i cavi sono veramente molto importanti.
Abbiamo accettato queste forti limitazioni pur sapendo che toglievano molto valore al test.

Tralascio le ovvie doti di stabilità della sintonia e di assenza di rumore di fondo caratteristici di un sintonizzatore di questo livello la cosa che ci ha più colpito è la diversa ricostruzione scenica che si ottiene usando l'uscita prevista dalla Grundig (quella dopo lo stadio adattatore d'impedenza) o utilizzando l'uscita con RCA prevista nel lavoro di tweaking.
Utilizzando l'uscita Grundig l'immagine era leggermente troppo estesa sui lati, il centro appariva un po retrocesso, sensazione che è invece totalmente sparita utilizzando le uscite RCA. L'immagine si è ricomposta, il centro ha ripreso corpo e definizione e l'insieme è ritornato molto realistico.


Nell'esemplare in prova purtroppo non era ancora stato adeguato lo stadio di deenfasi al sistema di trasmissioni europee per cui il suono è risultato sensibilmente spostato verso l'alto, ed i tweeters ceramici delle Linn non perdonano di certo.
La vera sorpresa è stato la facilità con cui si riusciva a riconoscere dalla qualità di trasmissione delle diverse emittenti, infatti l'ascolto è risultato pienamente sodisfacente solo sui canali RAI e su ben poche emittenti private. Comprimere in MP3 i brani, trasmetterli in PCM, convertirli in analogico, fa si che quello che resta alla fine sia abbastanza lontano dal brano musicale originale soprattutto come contenuto timbrico e dinamico.


Grundig RT50 contro Accuphase T101.

L'impianto era composto da:

- Preamplificatore a valvole Cary Audio SLP98
- Amplificatore Gryphon Diablo (usato come finale)
- Diffusori JBL 4343a

Il test non si è svolto nella mia città ed io non ho potuto presenziare. Riporto quindi integralmente il commento di chi ha effettuato le prove. Premetto solo che ho conosciuto il proprietario dell'impianto pochi giorni prima grazie ad un forum su VHF, non ci legava alcun rapporto di conoscenza ne di amicizia. Il valore di questi commenti è particolarmente importante non solo per la competenza dell'autore ma anche perchè si tratta di commenti realmente disinteressati.

Giusto per dare un'idea della macchina con cui è stato confrontato il Grundig RT 50 l'Accuphase T101 è uno dei sintonizzatori a stato solido più amati e prestigiosi dell'intero panorama Hi-End. E' considerato da fmtunerinfo.com il miglior tuner vintage per lunghe distanze e contemporaneamente il meglio dotato di macrodinamica e di immagine tra tutti i tuner avuti dal recensore del prestigioso sito statunitense.


E' importante premettere che la catena, in tale configurazione, è estremamente selettiva e trasparente, con una gamma alta ed altissima molto estesa e dotata di grande energia. La gamma bassa è frenata e articolata, non esaltata, anzi. I monitor JBL dovrebbero probabilmente stare piu' vicini al muro posteriore per caricare la gamma bassa (pero' si pederebbe in parte la spazialita' che, pur essendo monitor, sono in grado di dare). Insomma, non è una catena "permissiva", anzi, pur suonando molto bene e musicale.

Ho usato un semplice cavo bifilare come antenna per entrambi i tuner, per semplicita' di "switch" tra i due, che ha comunque permesso una perfetta ricezione di RadioRai3 (il canale che ho usato come riferimento).

Le mie considerazioni sono puramente soggettive, come è ovvio.

1. Sensibilità. Pur non eguagliando la capacita' del T101, ha mostrato caratteristiche molto buone; sono stato in grado di sintonizzare Radio3 in modo perfetto in stereo, ed è una stazione difficile da prendere correttamente.

Il numero di stazioni che l'RT50 sintonizza adeguatamente, con l'antenna in una data posizione, è inferiore a quelle prese dal T101, è piu' sensibile alla posizione dell'antenna. Questa caratteristica è per me poco importante, le stazioni che ascolto sono veramente poche, una volta che prendo quelle, sono a posto. E l'RT50 le prende.

2. Pulizia del segnale. Qui l'RT50 mi ha sorpreso: una volta posizionata l'antenna in modo corretto (e come detto si tratta di un semplice filo bifilare a T), prende Radio3 in stereo senza alcun disturbo e con un fruscio di fondo quasi inudibile, inferiore al fruscio di un vinile. Insomma...ottimo. Col T101 devo inserire l'opzione "narrow" per ottenere un analogo risultato, che modifica la curva della campana della sintonia, rendendo il tuner piu' selettivo, ma peggiorando "la voce". Nella situazione "wide", il T101 è piu' rumoroso. Io spesso uso il filtro degli alti. Le JBL sono impietose.

3. Utilizzo. In questo ambito il T101 ha il vantaggio di essere dotato dell'utile strumento ad ago per misurare il multipath, utilissimo per ottimizzare la posizione dell'antenna. Si puo' fare ad orecchio, pero' con lo strumento è meglio. Il feeling d'uso è comunque molto buono per entrambi gli apparecchi, con l'Accuphase con qualche punto in piu' in termini di feeling nell'uso dei tasti e della manopola (pura sensazione tattile). Ma anche il Grundig trasmette una sensazione di qualita'.
Per il resto il Grundig è piu' semplice, ha solo il tasto mono/stereo e la manopola di sintonia. L'Accuphase è piu' completo.


4. Suono. La parte piu' importante. Premetto che le mie considerazioni partono dal considerare il tuner una sorgente di qulita' al pari (e spesso superiore) al CD, quindi le considerazioni seguenti vanno inquadrate in tale senso. Ovvero di qualita' assoluta.
Ho utilizzato per ora le sole uscite RCA, non ho fatto prove con l'uscita nativa DIN.
Il Grundig suona veramente bene. Ha una gamma media di grande trasparenza ed una gamma alta estesissima e molto pulita, piu' dell'Accuphase. A proposito di questo, sembra in effetti di ascoltare con i controlli di tono degli alti esaltati. Pero' con una pulizia ed una assenza di distorsione irraggiungibile dall'Accuphase. Credo che cio' sia dovuto veramente alle valvole. E' la stessa sensazione che si ha con gli ampli, tra valvole e stato solido.
Il timbro complessivo è quindi chiaro, dotato anche di nerbo, ma piu' votato alla raffinatezza che all'impatto.
La gamma bassa e medio bassa, sono un po' indietro. Insomma, non è un suono pieno e tornito, lo definirei piu' arioso e rifinito. Senza divenire mai aggressivo, nonstante la preminenza della gamma alta, grazie alla sua elevatissima qualita' e sensazione di assenza di distorsione.
L'immagine non è enorme, la definizione dei singoli strumenti molto buona, con una scolpitura non estrema, diciamo buona senza esagerare. Non ci sono buchi al centro.
Al confronto l'Accuphase suona piu' corposo e dinamico, con una immagine piu' ampia, i singoli elementi (voci, strumenti) sono piu' grandi e scolpiti, ed una gamma bassa piu' presente (senza essere pero' problematica). Pero' la gamma medio alta e alta delle valvole del Grundig sono, inutile girarci attorno, migliori.

A confronto col Grundig, noto una certa "grana" in gamma alta dell'Accuphase, che con questo set-up (come detto estremamente rivelatore, direi quasi estremo) è ben evidente.
Per contro, mi manca un po' il corpo ed il calore che la gamma bassa del Grundig, troppo indietro, tolgono al complesso della riproduzione.

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In risposta al dettagliatissimo commento sul confronto tra Accuphase T101 e Grundig RT50 faccio solo una precisazione, come specificato nel test precedente, la macchina in test è la stessa, se dovesse essere necessario portare leggermente in avanti la gamma bassa, non troppo per non distruggere l'incredibile dettaglio di cui il Grundig si è rivelato capace, posso modificare leggermente il circuito di deenfasi che secondo i miei calcoli non è tarato né a 50 uS nel modello USA, né a 75 uS nel modello europeo, ma ad un valore intermedio di circa 60 uS.

GRUNDIG RT50 espressa dalle TANNOY DMT15

L'impianto era composto nella prima prova da:

- Integrato The Fisher X-202-C
- Diffusori TANNOY DMT15

e nella prova successiva, e definitiva da:

- Preamplificatore a valvole Cary Audio SLP98
- Amplificatore Gryphon Diablo (usato come finale)
- Diffusori TANNOY DMT15

Come ho già detto il test non si è svolto nella mia città ed io non ho potuto presenziare. Riporto anche in questo caso quindi integralmente il commento di chi ha effettuato le prove. Il mio commento personale segue alla fine.

 
Ho sostituito le casse JBL 4343a con una coppia di Tannoy DMT15. Sono dei monitor da studio inizio anni '90, che utilizzano il famoso altoparlante concentrico Tannoy, con woofer da 15" (36 cm.) e tweeter da 2" (circa 5 cm).
Il suono delle Tannoy è molto diverso dal suono delle JBL, e non potrebbe essere diversamente, essendo agli antipodi sia come impostazione tecnica (un due vie concentrico, contro un 4 vie con altoparlanti sparsi su un largo baffle) che culturale (scuola Inglese contro scuola Americana, mi permetto di dire, alta scuola in entrambi i casi). Corpo e carnosita', compattezza, con una gamma altissima in secondo piano a rifinire con gentilezza sono le caratteristiche principali.
Nessuna delle due signore è perfettamente "neutra", ognuna interpreta a modo suo.
Ho utilizzato inizialmente il Fisher che era gia' installato, per poi passare alla coppia pre+finale, Cary + Gryphon.

Intanto, con le Tannoy la differenza di bilanciamento tonale tra le due amplificazioni è molto meno evidente.
Non vi è alcun dubbio, comunque, che i risultati migliori si ottengono con i 250W del Gryphon, non vi è storia, il DC da 15", benche' efficente ed in grado di produrre molta musica anche con i 30W del Fisher, gradisce la potenza ed il controllo del Gryphon, che ne estraggono un maggior tasso di micro e macro contrasto dinamico. Per cui ho effettuato la maggior parte degli ascolti con tale amplificazione.

Il risultato è stato eccellente. La timbrica Tannoy si sposa alla perfezione con il Grundig. Tanto per dare dei riferimenti cito l'ascolto RadioRai3 di alcune cantate di Haydn, poi un trio per pianoforte, violino e violoncello.
Entrambi dal vivo, purtroppo delle registrazioni, non prese dal vivo.
Non ho ancora avuto modo di ascoltare jazz o musica contemporanea, aree in cui mi aspetto ulteriori risultati di eccellenza.


Le voci femminili sono ottimamente definite, il clavicembalo ben metallico senza essere mai stridulo, il pianoforte completo in tutte le sue parti, percussivo con le note alte argentine, ma dotato anche del giusto corpo in gamma bassa, il violoncello, rugoso e ricco timbricamente, il violino guizzante ed appuntito quando serve, ma dotato di spessore.
Il corpo degli strumenti è buono, carnoso. La timbrica del Grundig, aperta, dona una certa spigliatezza alla gamma alta delle Tannoy, ma senza che cio' denoti un eccessivo sbilanciamento.
Ce ne si accorge confrontando tale suono con il CD, che risulta al confronto mediamente piu' scuro (il mio CD è un Accuphase, di per se' non sul versante chiaro del suono). Pero' è una spigliatezza gradevole.

Conclusioni: io considero il tuner una sorgente di musica di qualita' al pari (in molti casi addirittura migliore) del CD e del vinile. Ho scritto queste note quindi con tale spirito, molto critico. Il Grundig ha dimostrato chiaramente che cio' e' vero (non che ne dubitassi), chiaramente quando la sorgente che si sintonizza fornisca tale qualita'. Avendo una sua personalita', va sinergicamente interfacciato, come peraltro si fa con un giradischi/testina o con il lettore CD.
Le caratteristiche migliori della sua natura valvolare ci sono tutte, grande trasparenza, nessuna granulosita' della gamma alta, pulitissima, suono morbido ma comunque dotato di buon contrasto, buona spazialita'.
Non mi sembra ce ne siano i possibili difetti, è silenzioso e sintonizza adeguatamente (anche se in tale ambito non è alla pari dei migliori tuner a stato solido), a patto di curare bene il posizionamento dell'antenna, che a volte va spostata per captare bene altre stazioni.
Anche la stabilita' della sintonizzazione è buona. Bello.

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Difficile commentare una recensione di questo livello in quanto a precisione e sensibilità.
Aggiungo solo che ne ero certo, l'accostamento delle Tannoy Dual Concentric e del Grundig RT50 con l'attuale filtro di deenfasi e l'uscita su RCA da me predisposta è quanto di più perfetto a livello di sinergia io possa immaginare.
Mi riesce difficile per ora immaginare un accostamento migliore.

Grundig RT50 su Korsun - Audiostatic

L'impianto era composto da:

- Amplificazione Korsun V8i
- Diffusori Audiostatic ES100

- Subwoofer JMR Poseidon

Questa volta ho potuto presenziare al test. Quindi oltre al commento integrale di chi ha effettuato le prove farò seguire alla fine il mio commento personale.

L’amico Giovanni mi ha chiesto di scrivere una breve recensione del Grundig RT50 , inserito in prova sulla mia catena audio.
Avrei preferito schermirmi dal farlo, tuttavia, per quel che la mia modesta opinioni può valere, esprimerò le mie impressioni.
Non dico recensione, anche perché, la sezione d’ascolto è stata breve.

Va fatta ancora una doverosa premessa.
Giovanni è una di quelle persone che sanno offrire, a chi le ascolta, un metro per una più corretta percezione della propria ignoranza, facendovi
scoprire, in genere, che essa è molto più profonda di quanto avreste mai sospettato.

Dico questo non per compiacere Giovanni, ma per un motivo preciso, in quanto i suoi lavori si comprendono conoscendone l’entroterra, o se vogliamo
Giovanni stesso.

Tanto per darvi un idea, per quanto si ritenga specializzato solo nelle radio tedesche a valvole, schernendosi dal resto, a Giovanni bastano 2 o 3
note per individuare ( o quasi) un brano di musica classica, magari poco noto, oppure ancora potrebbe parlarvi per ore del diamante, della testina e
dei solchi di un vinile… non sto scherzando.

Cosa significa ciò? Significa:
1) orecchio e tecnica di prim’ordine, … insieme.
2) quello che in genere si considererebbe ottimo, per lui e buono o passabile, quello che per gli altri va bene o passabile, per lui non va o non è accettabile. In altri termini perdona poco, o nulla… non accetta margini di imprecisione… un perfezionista senza riserve.
Purtroppo la nostra seduta d’ascolto, che pure non è stata brevissima , si è divisa tra diverse elettroniche e alcuni contrattempi.

L’impianto lavora in biamplificazione quindi, usando il Korsum come pre e finale separati, uscendo dal pre , entrando nel crossower del Subwoofer
attivo, taglio del passo basso, rientro nel finale korsun e uscita ai diffusori.

I cavi di segnali sono di produzione artigianale ( argento e rame con specifiche militari), ad eccezione di un Kimber Kable PBJ , idem per i cavi
di alimentazione e la multipresa di distribuzione, quelli di potenza (Mario Laner).

Sono inoltre presenti due stabilizzatori ( uno con filtro da 3500w, l’altro è quello recensito da Luciano Milossa).

In altri termini la prova assume questa caratteristica: il Grundig RT50 si ritrovava in qualche modo ad avere come concorrente diretto l’ SACD Jungson, ceteris paribus per il resto della catena. Quanto al Jungson, si trovano facilmente recensioni in internet, che lo danno “vincitore” contro macchine quali Audio Analogue maestro (S. serie).

Il confronto:

Chiaramente il confronto con una sorgente SACD può sembrare improprio, tuttavia quello era il riferimento diretto disponibile, ed ha rivelato
alcune sorprese inattese, e personalmente per me, molto utili.

I due concorrenti, partivano grossomodo alla pari, ovvero con un “leggero” handicap da entrambe le parti: l’assenza di una antenna adeguata per il
Grundig, mentre alcuni disturbi di funzionamento in lettura SACD per il Jungson, per cui la lettura poteva risultarne non ottimizzata.

Per quanto riguarda l’impianto con sorgente SACD, Giovanni ha confermato i punti di forza ed anche alcuni limiti dell’attuale configurazione
impiantistica, concordando con me su una certa debolezza nelle medio basse, in buona parte forse riconducibili all’ambiente ( provvisorio), od anche alla sorgente, ma quanto a ciò, altro non aggiungo rinviandovi in toto alla sua recensione.

E veniamo infine al Grundig.
Dal punto di vista estetico direi che la macchina si presenta in modo abbastanza spartano, in qualche modo in linea con il desing dell’epoca,
controbilanciata tuttavia dall’elegante livrea nera (laccata?) del mobile , impreziosito da una griglia in acciaio leggermente in rilevo, che le dona
una tocco di eleganza. Ma su questi aspetti non mi intratterrei oltre.

Ripeto, la seduta è stata troppo breve, e per farsi un idea compiuta, e forse anche perché la macchina potesse aver raggiunto la sua massima
efficienza.
Per quanto riguarda la sincronizzazione, abbiamo già detto dell’antenna, tuttavia la macchina si mostrava precisa e rapida, catturando con facilità e precisione molte stazioni. Ci siano quindi fermati su Radio Rai 3.

Il suono.
Come già detto, le impressioni nascono per confronto all’SACD e chiaramente su brani diversi ( rendendo con ciò ancor più improbo il confronto).
Il suono sin dall’inizio è parso preciso, sebbene non esasperato sul piano del dettaglio, apparendo certamente ben musicale.
La macchina continuava a migliorare con l’ascolto, la dinamica cresceva progressivamente.
L’aspetto che ad un certo punto è parso più evidente, era la morbidezza del suono. La macchina acquistava progressivamente morbidezza, questo direi, soprattutto un suono morbido, avvolgente, riposante e caldo, privo di asprezze. Non si percepiva la minima fatica d’ascolto. Sono convinto che potrei arrivare a definirlo “setoso”.
Quanto al controllo dei bassi, questo forse è uno degli aspetti maggiormente legati alla trasmissione del segnale, per cui poco credo si possa dire.
Tuttavia si mostrava certamente presente e con una rotondità che sembrava d’un tratto colmare le lacune percepite con l’SACD, lasciando percepire il calore delle valvole , fors’anche con un po’ di calore.

Progressivamente l’ascolto ha acquisito ampiezza e tridimensionalità , seppure non esasperata, aumentando armoniche e sfumature, lasciando
percepire spazialità e “aria” tra gli strumenti. Questo forse è stato uno degli aspetti che meno mi sarei atteso. Gli strumenti erano proporzionati,
la timbrica corretta, non si notavano frequenze prevalenti, il dettaglio nitido, e le voci naturali. Forse, avrei desiderato un po’ in trasparenza e
brillantezza in più, ma questa è anche questione di abitudine.

Conclusioni:
senza ripetere tutte le premesse che abbiamo già detto, direi che, rispetto al SACD, il Grundig mostrava un suono di maggior musicalità e calore. Quella piacevolissima morbidezza, capace di arrotondare di attenuare i passaggi più aspri e direi che già da sola è sufficiente a colmare altri aspetti. Avrei voluto ascoltare più a lungo la macchina, e analizzare meglio questa sensazione. Come ho già detto il basso è parso più appagante dell’SACD.

L’SACD dalla sua aveva il dettaglio e l’analiticità, la profondità di scena e la dinamica.

Di più credo di non poter aggiungere. Si tratta di un ascolto che certamente vorrei ripetere.

Ringrazio Giovanni per l’opportunità offertami.
.......................................................................................................................................... L.C.

A completamento della approfondita recensione dell'architetto Leonardo vorrei specificare alcune impressioni sull'impianto in oggetto.

Il primo impatto con l'impianto nella sua configurazione originale è stato molto forte, non ho mai avuto una sensazione simile di tridimensionalità e di presenza.
A me piacciono molto i toni medi e medio bassi, con una predilezione spiccata per le voci e l'ascolto del disco di Marco Anzovino mi ha letteralmente sbalordito per precisione e dinamicità.
L'ascolto poi di "Te voglio bene assaje" magistralmente interpretata da Big Luciano mi ha commosso, Lui sembrava li con noi.

La vera forza del SACD Jngson Moon Harbour è la capacità di estrarre i dettagli, e delle ES100 di riprodurli.

Le uniche criticità sono state a mio avviso le dimensioni della stanza d'ascolto, non adeguate alla capacità di espressione dell'impianto e la scelta di far riprodurre l'estrema gamma bassa ad un Sub, dalle

prestazioni eccellenti ma non perfettamente amalgamato al resto dell'impianto.

L'ascolto della Grundig con le ESS senza alcun sub ha evidenziato la capacità di questi diffusori di esprimere l'intera gamma udibile senza alcuna incertezza e con la stessa impressionante pulizia. Un sub od un filtro possono essere messi solo a protezione, ma in questo caso li taglierei molto più bassi.
Per avvicinarsi al dettaglio espresso dall'SACD con la Grundig è stato necessario attendere quasi un'ora. Solo dopo questo riscaldamento l'ascolto è diventato decisamente brillante e contemporaneamente piacevole e caldo, peccato che abbiamo dovuto interrompere l'ascolto sul più bello.
Una precisazione, l 'amico Leonardo è stato troppo generoso nel valutare la mia conoscenza musicale, ho confuso l'attacco dei Maestri Cantori di Norimberga con Il Vascello Fantasma, sic, unverzeihlich!

I dischi usati:

SACD: BLUE , stefania salvador ; Velut luna
CD: Canzoni ad occhi chiusi, Marco Anzovino; Artesuono
CD: Millenium Classic, l'epoca del Barocco, Bach; Fabbri classica
SACD: CANTATE DOMINO ; Proprius
CD: Luciano Pavarotti, Decca


Grundig RT50 contro Grundig T 7500

C'è un gruppo di appassionati che sostiene che la Grundig verso la fine degli anni 70 e prima del totale assorbimento da parte di Philips abbia prodotto tra i migliori componenti Hi-Fi mai esistiti. In particolare il sig. M.Ambrosini, che conosce e studia queste apparecchiature da più di 30 anni, ha scoperto ed elaborato una particolarità, chiamata CCI, che ritiene dia loro una libertà spaziale non presente in alcun altra elettronica da lui ascoltata, anche se molto più costosa.

Tramite un amico di provata fede Grundighista ho ottenuto un appuntamento a casa di Ambrosini per confrontare il Grundig RT50 con un Grundig T7500 - ritenuto il top dei sinto Grundig a transistor - in un impianto sicuramente full CCI perfettamente settato.

Io non so in cosa consista la modifica CCI che Massimo applica ad alcuni apparecchi, ma ero molto curioso di ascoltarne con le mie orecchie l'efficacia.

Vista la grande quantità di amplificazioni presenti sono state eseguite varie prove, con diverse casse, amplificate e non, ma i confronti più significativi sono stati fatti usando:

- Preamplificatore Grundig XV7500
- Amplificazione Linear Transfer MA25
- Diffusori Grundig
SL1000


Dopo aver ascoltato i migliori prodotti Grundig CCI mi sono formato una mia personale opinione.

Ritengo che se installate con molta attenzione, seguendo le indicazioni di Massimo, le apparecchiature prodotte da Grundig nel periodo a cavallo tra gli anni 70 ed 80 suonino veramente molto bene in relazione al loro attuale bassissimo prezzo.

Le caratteristiche più apprezzabili sono un notevole dettaglio ed una altrettanto notevole tridimensionalità del suono.
Per superare tale qualità sonora è necessario spendere molti molti soldi.

Da quello che ho sentito, intendo con le mie orecchie, credo che buona parte della migliore produzione tedesca dell'epoca sia su questi livelli, mi riferisco in particolare a Saba e Telefunken, ma non ho fatto un confronto diretto.

Gli impianti HiEnd che ho avuto la fortuna di ascoltare erano però, a giudizio delle mie orecchie, ad un'altro livello. Sia come dinamica, impatto, che come realismo, che come tridimensionalità ... che come costo.

Discorso a parte va fatto per l'RT50 che ritengo un prodotto eccezionale in quanto frutto di una trentennale esperienza dell'intera industria germanica sui ricevitori, civili e militari, a valvole.

Precisazioni preliminari

Il modello di RT50 in prova era quello costruito dalla Grundig per gli USA, con curva di deenfasi riportata, da me, da 75 a 60 uS come sui modelli Grundig costruiti per il mercato interno. Tale correzione si è sempre dimostrata perfetta su tutti gli impianti provati fin'ora. Se l'RT50 venisse montata però in un impianto Grundig CCI modificherei la curva di deenfasi per adeguarla ai 50 uS delle trasmissioni attuali in Europa. In questo modo otterrei un leggero spostamento della curva di risposta verso l'alto. Evidentemente l'accoppiamento con una catena Grundig a transistor esige questa variazione.
Penso che anche il senso di spazialità ne risentirebbe positivamente, ma non ne posso essere certo in quanto potrebbe dipendere dal fatto che questa macchina non è CCI.

Innanzi tutto la persona: Massimo è una persona disponibilissima e dal fare modesto, gentile e cordiale. Gli abbiamo invaso la casa con computer, diffusori, apparecchiature e con le nostre ingombranti presenza. Ha ricambiato con una disponibilità ed una ospitalità infinite, direi tutte romagnole.
Mi ha impressionato la sua eccezionale conoscenza e confidenza con le apparecchiature Grundig di quel periodo. Ascolta una frazione di secondo una 2500 ed è ingrado di diagnosticarne esattamente i difetti, ne devono essere passate tante in quel di Ravenna.

Le prove: Abbiamo collegato l'RT50 al pre XV7500 seguendo rigorosamente le indicazioni di Massimo. Abbiamo usato per entrambi i sintonizzatori antenne simili e posizionate allo stesso modo. Abbiamo lasciato scaldare le macchine per una buona mezz'ora ed abbiamo poi ascoltato l'RT50. L'ascolto appariva molto piacevole, la stazione stabile ed esente da disturbi, le voci realistiche ed il suono vellutato e riposante. Ai due ospiti l'ascolto è molto piaciuto ... sembrava perfetto. Massimo invece non si è pronunciato.
Abbiamo poi collegato al medesimo ingresso del pre XV7500 il T7500. Il T7500 esibiva in maniera evidente una maggiore quantità di acuti ed una minore quantità di bassi accompagnata da una sensazione di maggiore spazialità. Lo spostamento della gamma verso l'alto del T7500 rendeva l'ascolto, in maniera abbastanza evidente, rovinato da disturbi. Disturbi di multipath, riflessioni, leggeri fruscii e scricchiolii.
Può darsi che la zona dove abita Massimo non sia molto fortunata dal punto di vista della qualità di ricezione delle stazioni, però è anche vero che con RT50 tutti questi problemi non c'erano.

La differenza di risposta sugli acuti deriva dalla diversa curva di deenfasi dei due apparecchi. Abbiamo provato ad accentuare la risposta agli acuti con i controlli di tono, ma la prova era priva di significato, e non vi abbiamo dato rilevanza, perche la curva di deenfasi e quella Baxandall non sono affatto simmetriche. Inoltre attenuando gli acuti con la deenfasi e poi accentuandoli con il controllo di tono non si ottiene affatto il segnale originale, ma un segnale in cui i disturbi sono molto amplificati e la spazialità è ormai irrimediabilmente persa.

Quale delle due risposte in frequenza è quella corretta? Questo il punto su cui non c'è stata convergenza.

Le conclusioni di Massimo: Il T7500 ha più disturbi, fruscii ecc. perchè trasporta più informazioni. La cosa che più conta è che il suono è più libero, meno localizzato nei diffusori. L'RT50 ha un suono che può piacere, ma è un suono "valvolare". Con più bassi e meno acuti. Massimo alla fine preferisce decisamente il T7500.
Massimo ha confermato comunque la migliore precisione del suono prelevando il segnale dalle uscite da me predisposte ripetto alle originali uscite previste da Grundig.

Le conclusioni dei due "Grundighisti": L'opinione di entrambi i due amici "Grundighisti" (uno dei due in realtà l'avevo conosciuto solo pochi minuti prima) fu che l'RT50 aveva una sintonia decisamente migliore, più stabile, priva di disturbi e piacevole ed il T7500 aveva una maggior spazialità del suono, forse da attribuire al CCI o alla risposta più spostata nella parte alta dello spettro auditivo.

Le mie personali conclusioni, che ho espresso anche durante le prove. La gamma di riproduzione del T7500 - di quel T7500 in quella zona !!! - è esageratamente spostata verso l'alto, rendendo l'ascolto stancante e ricco di disturbi. Inoltre le riproduzione, in particolare delle voce sembrava abbastanza innaturale, con acuti esagerati e voci femminili poco realistiche. La spazialità mi sembrava invece inferiore sull'RT50, quasi certamente derivante dal non facile accoppiamento di quest'ultimo all'impianto CCI. Sarebbe un interessante argomento di studio e di prove. A mio giudizio l'RT50 è un tuner decisamente migliore, senza nessuna difficoltà tecnica ad adeguare se necessario la deenfasi alla risposta del resto della catena Hi-Fi per un perfetto tuning dell'intero sistema.

Curiosità

Poichè ho avuto una richiesta di un RT50 che andrà inserito in un impianto full CCI, credendo che le modifiche CCI fossero applicabili su qualsiasi apparecchio ho chiesto a Massimo di applicarle su questa Grundig, ma mi ha detto che non l'avrebbe fatto perchè non era sicuro del risultato finale.

Abbiamo concluso le prove con una mia richiesta esplicita, la prova del giornale sopra il finale. Ne ho lette di tutti i colori ed ero molto curioso di verificare di persona. A casa mia, con il mio impianto non CCI questa prova non aveva dato alcun esito. Ho constatato con le mie orecchie invece che sull'impianto di Massimo con un giornale appoggiato sull'ampli il suono è più localizzato sulle casse, senza giornale il suono si apre sensibilmente.
Interessante.


McIntosh Mx-110 vs Grundig RT50: la pupa e il secchione

Finalmente mi è stata inviata la recensione dell'attesissimo confronto con il McIntosh Mx-110.
Questa è una delle prove comparative più interessanti vista il pedigree dello sfidante. Ora cerco qualcuno che possegga un Marantz 10B e che sia disposto a confrontarlo con il Grundig RT50, poi credo di ritenere completo il ciclo di confronti.

L'impianto era composto da:

- Preceiver McIntosh Mx-110
- Diffusori Sonus Faber Amati Anniversario
- Preamplificatore Treshold T2
- Amplificatore Graaf GM20

Anche in questo caso il test non si è svolto nella mia città per cui non ho potuto presenziare. Riporto anche in questo caso quindi integralmente il commento di chi ha effettuato le prove. Alla fine segue il mio commento personale.

Il Grundig RT50 ha stazionato per mesi nel mio impianto, in attesa che il suo “sparring partner”, un anziano McIntosh Mx-110, rientrasse in funzione dopo la prematura (si fa per dire) rottura del trasformatore di alimentazione.

Vi risparmio le vicissitudini connesse alla riparazione (a regola d’arte) di un apparecchio che tra poco compirà mezzo secolo di età, per dirvi semplicemente che dopo essersi fatto tanto attendere il maturo McIntosh si è presentato all’atteso incontro in piena forma e vigore.

Giovanni ha già dettagliatamente descritto le caratteristiche dell’RT50, per cui mi sembra doveroso, per contestualizzare un minimo il confronto, dare fare un breve (e neanche tanto approfondito) cenno sull’Mx-110.

Questo Sinto/Preamplificatore racchiude in sé un tuner interamente valvolare dotato di decodificatore stereo MPX, e un preamplificatore con due ingressi phono, un ingresso linea, e un (insolito) ingresso “Tape Head”

per il segnale proveniente dalla testina di un riproduttore a bobine. In buona sostanza, si tratta sia elettricamente che esteticamente di una fusione in unico telaio dei coevi MR-67 e C-20.

Va ricordato che l’MX-110 (oggetto che risale agli primi anni ’60) fu il primo (e l’unico) Sinto/Pre stereofonico interamente valvolare prodotto da McIntosh, e che il tuner su cui è basato fu il primo (e probabilmente il migliore) tuner stereofonico valvolare prodotto da McIntosh, seguito poi dal famoso MR-71, che ne fu diretta derivazione. Dopo questi due sintonizzatori la casa abbandonò l’uso delle valvole nei sintonizzatori, mantenendole solo negli apparecchi di preamplificazione e di amplificazione, e demandando allo stato solido il compito di sintonizzare le radiofrequenze.

Quanto all’impianto in cui si è svolto il confronto, L’RT50 e l’MX-110 hanno fatto da sorgente (in buona compagnia, va detto) a diffusori Sonus Faber Amati Anniversario amplificati da una coppia di Graaf GM20 (OTL-OCL) e preamplificati da un Treshold T2 (Solid State). Entrambi i tuner sono sati collegati al preamplificatore con cavi identici (auto costruiti); ovviamente l’MX-110 è stato collegato attraverso la sua uscita tape-out, bypassando per intero la sezione di preamplificatore (volume, toni, bilanciamento ecc.).

Per il collegamento dell’RT50 ho preferito l’uscita RCA che rispetto a quella DIN è risultata più trasparente e meno enfatizzata nella gamme medie e basse.

Nel valutare le prestazioni di un tuner è bene distinguere due ambiti, che benché complementari, hanno differente natura. Il primo è quello “tecnico” e attiene al tuner in qualità di apparecchio deputato a sintonizzare segnali in radiofrequenza; in questo ambito rientrano parametri quali la sensibilità, la selettività, la stabilità e la reiezione ai disturbi. L’altro, quello più prettamente “sonico”, attiene al tuner in qualità di sorgente audio, e dunque alla sua natura musicale, comunemente valutata in termini di equilibrio, immagine, profondità, trasparenza, dinamica, ecc. Tutti parametri che, in ambito radiofonico, concorrono a creare la cosiddetta “voce” del sintonizzatore.

Per quanto attiene l’ambito tecnico, la cui valutazione lascia ben poco spazio alla discrezionalità, il confronto ha avuto un vincitore indiscusso: l’RT50, che si è dimostrato non solo impeccabile, ma anche nettamente superiore su pressoché tutti i fronti all’Mx-110 (che proprio schifo non fa): migliore capacità di sintonizzazione, migliore separazione, meno rumore di fondo. Darei un aex-equo alla stabilità della sintonia, ottima in entrambi gli apparecchi.

In quanto a qualità tecnica l’RT50 mi ha ricordato molto il mio (ex) Revox B760, sintonizzare capace di far tutto (e bene) con un solo pezzo di filo attaccato alla meglio nell’ingresso dell’antenna.

Venendo all’aspetto musicale dei due apparecchi, il discorso si fa più sfaccettato, meno netto e decisamente più soggettivo. Intendiamoci, anche qui emergono elementi che “oggettivamente” renderebbero un apparecchio migliore dell’altro: la separazione stereofonica e l’equilibrio tonale del Grundig è infatti, rispettivamente, più ampia e più bilanciato che nel McIntosh, e questo si riflette nella scena acustica, più profonda e focalizzata nell’RT50 di quanto non sia nell’MX-110.

Tuttavia, va detto (e qui entra in gioco la componente soggettiva della mia valutazione) che, causa forse la generale bassa qualità media delle trasmissioni radiofoniche (almeno di quelle che piacciono a me), mi sono spesso trovato a preferire la dimensione meno rivelatrice e vagamente più enfatizzata nei registri medi e medio bassi che caratterizza la “voce” del McIntosh.

Infatti, a differenza dell’MX-110, che “farcisce” il suono con una sua impronta marcata al punto da far sembrare ugualmente (ben) suonanti più o meno tutte le stazioni dotate di una decente ricezione, L’RT50 è un sintonizzatore che non perdona la mediocrità. Dategli un bel segnale come un live di Rai3 o uno sceneggiato radiofonico (sempre di casa Rai), e lui vi regalerà emozioni pari e anche superiori a quelle di un buon vinile. Dategli un segnale sterile o enfatizzato (tipico di un buon 90% delle trasmissioni radiofoniche nazionali) e vi risponderà con un suono che, giustamente, sarà pungente, sgraziato e alla lunga affaticante.

In definitiva, l’RT50 è una vera e propria fuoriserie, sia sul piano tecnico che su quello sonico (decisamente meno su quello estetico). E’ capace di far fluire la musica e il parlato con un rigore e una qualità che io stesso non credevo raggiungibile attraverso un sintonizzatore. Ma come tutte le fuoriserie, ha bisogno di una buona pista e di buona benzina per correre senza sosta a velocità da brivido regalandovi emozioni diverse in ogni istante del tragitto.

Antonio L. - Milano


Antonio mi ha chiamato il giorno successivo dicendomi che aveva utilizzato le uscite ad alta impedenza del Grundig, adatte per amplificatori a valvole, anzichè usare quelle ad impedenza più bassa, adatta per amplificatori a transistor.
Di seguito il suo aggiornamento alla sua recensione.


COLLEGAMENTO TRAMITE USCITA DIN: UNA RIVELAZIONE

Onestà intellettuale m'impone di aggiornare le mie pur ottime considerazioni sull'RT50 alla luce di una "tardiva" rivelazione: l'utilizzo dell'uscita DIN.

Quando ho collegato per la prima volta il sitonizzatore all'impianto, il mio pre di riferimento era il valvolare Graaf G13B MkII. Ho collegato l'RT50 a tale preamplificatore, utilizzando, contemporaneamente e con cavi identici, sia l'originale uscita DIN, che la "nuova" RCA aggiunta in fase di restauro. Questo al fine di confrontare agevolmente quale delle due uscite fosse "più performante".

Il confronto è stato semplice e immediato: dato che entrambi i segnali avvivavano a due ingressi diversi del medesimo pre, mi è bastato cambiare da un ingresso all'altro per ascoltare immediatamente le differenze soniche tra i due tipi di collegamento.

Ho nettamente preferito l'uscita RCA, in quanto offriva un maggior dettaglio e un miglior controllo della gama bassa, per cui ho scollegato il cavo con le terminazioni DIN e ho lasciato il solo RCA.

Dopo qualche mese ho cambiato pre, passando dal Graaf al Threshold t2 (stao solido), e non mi sono minimamente preoccupato di ripetere il confronto fatto in precedenza, dato che avevo a mio avviso assodato che l'uscita RCA fosse semplicemente "superiore" a quella DIN...

Non potevo fare errore più grande! E me ne sono accorto soltanto il giorno in cui l'RT50 ha lasciato casa mia, quando, nell'illustrare al nuovo "collaudatore", le caratteristiche di questo fantastico sintonizzatore, gli ho detto: ecco, adesso che hai capito come suona l'RT50, ti faccio sentire, per completezza, anche la sua uscita DIN; preparati al peggio, perchè vedrai come i bassi si gonfieranno e come gli acuti si "spegneranno" e come, in definitiva, il tutto suonerà un pò più "gommoso"...

Per agevolare il confronto, anche in questo caso ho aggiunto la seconda connessione senza togliere la prima, in modo da poter passare rapidamente dall'una all'altra al solo tocco del telecomando del T2.

Collegato al T2 tramite l'uscita DIN, l'RT50 non mostra però alcuna "gommosità", anzi, sfodera un basso ben più esteso di quanto non faccia tramite l'uscita RCA; in più la gamma alta, pur senza perdere nulla in definizione e trasparenza, aquisisce una nuova veste di morbida piacevolezza che prima ottenevo soltanto dal tuner McIntosh.

Non parliamo poi delle voci, che se prima potevano sembrare, in confronto al McIntosh leggermente nasali e stridule, adesso invece risultano di una rotondità, profondità e calore mai sentitita prima.

Insomma, la situazione è letteralmente ribaltata rispetto a quanto avveniva con il Graaf!! Con l'uscita DIN l'RT50 ha acquisito quella piacevolezza e rilassatezza d'ascolto che prima era prerogativa del McIntosh, senza però privarsi della precisione, correttezza, trasparenza e silenziosità che lo caratterizzano.

Insomma un suono assoluto, definitivo. Un suono irrinunciabile e ai limiti della perfezione.

Credo che dopo questa "rivelazione" mi sarà molto difficile (anzi direi inmpossibile) fare a meno di questo tuner... e invito chiunque lo abbia a casa a verificare attentamente e in condizioni controllate quale delle uscite sia la più adatta al preamplificatore in uso....


Rimane inoltre valido il problema della deenfasi.
Come ho gia detto più volte i tuner prodotti negli USA per il mercato interno hanno un circuito di deenfasi diverso dai tuner prodotti per il mercato europeo. Quello che ne risulta è che acquistando un tuner negli Stati Uniti ed ascoltandolo in Italia i bassi ed i medio bassi risultano enfatizzati.
I trasmettitori italiani trasmetto in un modo ed il ricevitore (americano) equalizza il segnale in un altro.
Il risultato può anche piacere, ma il suono corretto è quello del Grundig, o di un McIntosh fatto per il mercato europeo.

Grundig RT50 contro Dynaco FM3

Sempre in attesa di un confronto con il Marantz 10B pubblico questo breve ma interessante commento inviatomi dall'amico Antonio di Genova.

L'impianto era composto da:

- Preamplificatore Vincent SA-93
- Crossover elettronico Bryston 10B-Sub
- Amplificatore Medio -Alto Vincent SP-331
- Amplificatore Sub
- Diffusori Dynaudio Contour 1.3 MKII

- Sub
- Cavi Shotgun S3

Anche in questo caso il test non si è svolto nella mia città per cui non ho potuto presenziare. Riporto anche in questo caso quindi integralmente il commento di chi ha effettuato le prove.

Il RT50 da te restaurato è stato integrato nel mio impianto -
Ti invio alcune foto , come già sai io uso amplificazione a stato solido . In alto vedi un dynaco fm3 che ho usato come termine di paragone , e che ti devo dire mi piaceva molto .. eh si piaceva prima di sentire il rt50 !
La differenza di selettività dei due tuner è poca , il RT50 prende qualche stazione in più
La differenza di dettaglio musicale è invece veramente notevole .
Il rt50 tira fuori sul medio alto un sacco di particolari in più - viene quasi da pensare che a volte non sia scadente la qualità delle trasmissioni ,ma che lo siano gli altri sintonizzatori !
Splendido tuner .Se vogliamo essere molto molto pignoli timbrica lievemente brillante e basso appena arretrato .

Unica pecca il costo .. ma d'altronde le cose belle si pagano !

Grundig RT50 contro Philips AH673

Sempre in attesa di un confronto con il Marantz 10B pubblico questo interessante ed appassionato commento inviatomi dall'amico Rosario di Reggio Calabria con il confronto con il mostro sacro della Philips, l'AH673, desiderato ed ambito da molti.

L'impianto era composto da:

- Giradischi Thorens td 124 con braccio SME V° e testina Denon 103 sa
- Trasformatore per testine a bobina mobile Audiotechnica at-650 settato su 40 ohm
- Preamplificatore Croft Supermicro limited edition dotato soltanto di un ingresso phono mm e di un solo linea, con potenziometri del volume ...indipendenti a scatto su resistenza all'1% e superalimentazione
- Finali Leak tl 12 point one
- Diffusori Thiel 2.2 (questi ultimi in attesa di sostituzione con una coppia di Tannoy Lancaster)

Anche in questo caso il test non si è svolto nella mia città per cui non ho potuto presenziare. Riporto anche in questo caso quindi integralmente il commento di chi ha effettuato le prove.

Non so perchè esistono persone come Giovanni.
Bisogna avere sensibilità e sana passione musicale per accostarsi e capire il perchè ed il percome del loro lavoro.
Ricerca, conoscenza capillare del progetto originario, sintonia virtuale con i progettisti sono argomenti che li spingono ad osare "oltre" per riportare agli antichi splendori sonici oggetti ormai riposti nel dimenticatoio.
Questo è anche il caso del sintonizzatore Gundig RT50, unico sintonizzatore a valvole "high end" del panorama europeo.

La prima cosa che mi viene im mente nel descrivere la qualità di questo sintonizzatore è che non mi sembra di ascoltare musica da un sintonizzatore.
Mi spiego meglio, voglio dire che è tale l'assenza di qualsiasi rumore di fondo o fischio di portante o quant'altro, che l'ascolto della musica (per esempio da rai tre perfettamente sintonizzata tramite antenna Fracarro esterna a cinque poli e tarata per la minimizzazione del multipath con strumento professionale) è talmente naturale da sorprendermi a tal punto da confonderla con quella di un un giradischi o di un registratore a bobine.
Vi consiglio di ascoltare un concerto dal vivo di musica classica e ne resterete sbalorditi. Possiamo tranquillamente immaginare il luogo dove si sta svolgendo l'evento, persino nelle sue dimensioni.
Il fruire della musica poi è quanto di più appagante possa esserci per i nostri sensi perchè non dobbiamo sforzarci per nulla a ricostruire l'evento musicale nella sua verità.
Mi è capitato di ascoltare alcune composizioni di Webern solitamente ostiche per una fruizione superficiale che hanno invece interamente catturato la mia attenzione perchè riprodotte attraverso il mio impianto con grande realismo.
E' anche vero che bisogna essere predisposti all'ascolto della musica e non sempre è possibile perchè distratti dalle nostre attività quotidiane o perchè lo spirito non è quello giusto.
Ma è anche vero che ci accingiamo ad andare a teatro per una grande rappresentazione musicale anche quando l'evento non può essere assimilato al meglio perchè quel determinato momento non ci trova particolarmente predisposti all'ascolto per i più vari motivi.
Tornando al nostro, è incredibile come persino le voci dei notiziari o dei programmi di intrattenimento che troviamo nel palinsesto sempre di rai tre, vengono recepite con le varie inflessioni accentuali tipiche delle origini del cronista.
Mi è capitato anche di ascoltare, senza impegnarmi più di tanto, il rumore tipico dello slider del mixer facente capo al miscrofono di chi conduce una trasmissione un attimo prima che questi iniziasse a parlare, o il ripetuto sfogliare dei quotidiani durante la lettura mattuttina degli stessi.
Ho evitato accuratamente di impaludarmi nei soliti termini che si usano sciorinare nel descrivere un prodotto hi-fi e solo quanto sopra mi è piaciuto fare partecipe a chi ha avuto la compassione di leggere queste righe.
Vorrei sottolineare che ho anche ripetutamente confrontato la qualità dell'ascolto del Grundig RT 50 con quello di un Philips AH 673.
Quest'ultimo è uno dei migliori sintonizzatori a transistor mai prodotti.
Però non c'è niente da fare, con il Philips l'ascolto presenta qualcosa di artificioso che è caratteristica dei transistor. Sembra più arioso, con più bassi (questa descrizione audiofila mi fa orrore), con più dinamica, con più...
Ecco, è quel più che non mi piace, quel più che nell'ascolto della musica non esiste.
Manca invece in parte quel senso di tridimensionalità che fa parte della realtà almeno non come viene ricreato con il Grundig.
Mi terrò ben stretto anche il mio Philips perché fa parte degli oggetti dei miei sogni che da piccolo volevo possedere.
E anche perchè in estate, dalle mie parti, con le temperature torride, non voglio arrischiarmi di danneggiare per l'eccessivo calore il mio Grundig.
In quei frangenti sarà il Philips a tenermi compagnia, perchè sarà comunque una ottima compagnia, quasi come quella del mio ormai insostituibile Grundig RT50.

Devo però mettere in guardia coloro che si accingono a leggere queste sgrammaticate righe che mi riferisco ad un Grundig perfettamente restaurato e riportato agli antichi splendori da persona capace ed appassionata.
Non parlo di un semplice esemplare di RT 50 venduto come "funzionante".
L'acquirente deve sapere che un sintonizzatore immesso sul mercato da ormai quaranta e più anni, e per giunta a valvole, come minimo ha bisogno di un restauro estetico e funzionale-elettrico molto laborioso.
Per non parlare della successiva difficile fase di taratura non alla portata di tutti.
Perciò queste poche righe si riferiscono all'ascolto di un Grundig all'apice della sua gloria e, anzi migliorato rispetto all'originale in quei parametri che all'epoca non potevano essere conosciuti.
Ecco quindi per esempio che l'esemplare in mio possesso è dotato di una seconda uscita rca per essere collegata ad un preamplificatore a valvole che è quello che uso abitualmente.

p.s.

Si, lo so, con il Philips riesco a sintonizzare millanta stazioni in più.
E chissenefrega, le emittenti che seguo abitualmente ci sono tutte anche con il Grundig.
E poi quante sono realmente quelle che vale la pena di ascoltare?

La stupenda macchina da scrivere Olivetti di Rosario restaurata da un appassionato di Ivrea ex. tecnico dell'azienda stessa. Non potevo non pubblicare questa foto.
Anche in questo caso una precisazione.
Ho restaurato da poco un AH673 serie nera, modificandone la deenfasi per il sistema trasmissivo europeo, riallineandolo e modificando il tipo dei condensatori di segnale. Ho avuto modo anch'io di confrontare questa macchina con l'RT50.
La ricezione di un maggior numero di stazioni non dipende dalla sensibilità, che nel Grundig è addirittura superiore di 0,2 uV, ma dalla selettività, che nel Philips è molto maggiore. L'AH673 è dotato infatti di numerosi e particolari stadi IF a fase lineare che ne aumentano notevolmente la selettività, il prezzo però da pagare è una minor trasparenza del suono poichè il segnale è costretto ad attraversare un maggior numero di stadi.
Quindi con l'AH673 si distinguono anche stazioni molto vicine tra di loro, ma il suono è più artefatto, con l'RT50 distinguo meno stazioni ma il suono è molto più reale.
La stessa identica situazione si è manifestata con il Revox B760 della prova che pubblicherò a breve. Più stazioni e suono più artificioso.
Ciascuno scelga in base alle proprie esigenze.

Grundig RT50 contro REVOX B760

Ho restaurato di recente un Revox B760. Alla fine del lavoro non potevo non sfruttare l'occasione per confrontare le prestazioni di questa macchina, considerato un riferimento nel mondo dei sintonizzatori Hi-End vintage con il mio RT50.

In questo caso le impressioni che scriverò sono le mie, ma sto aspettando comunque un'altra relazione del confronto tra un Revox B760 ed un RT50 fatta da una terza persona, la pubblicherò appena mi arriverà.

Il B760 è una macchina molto ben costruita, con ottimi materiali ed abbastanza robusta.
E' un tuner piuttosto complesso ed elaborato e molto ben progettato.
E' abbastanza versatile, dotato di molti controlli e possibilità di misura.

E' sicuramente più dotato del Grundig da questo punto di vista.
E' possibile settare la deenfasi, è possibile misurare il multipath da una apposita presa per oscilloscopio posta sul retro, è possibile inserire il Dolby (oggi inutile), è possibile memorizzare le stazioni preferite, è possibile variare il livello d'uscita ecc.
Tutte cose che con l'RT50 non si possono fare.

La sintonia del Revox è molto precisa, il bellissimo tamburo rotante è piacevole e facile da manovrare ed è possibile ridurre gli step di frequenza.

Però ... quando commutavo istantaneamente dal Revox al Grundig, sintonizzati sulla stessa stazione ed con lo stesso livello di uscita, succedeva qualcosa.
Era come guardare il panorama fuori dalla finestra con le finestra chiusa o con il balcone spalancato.
Il passaggio dal Revox al Grundig strappava un sorriso ... incredulo, da parte dei due partecipati occasionali al test.
La differenza non è enorme naturalmente, anzi a questi livelli le differenze sono sfumature, ma è come se il Revox fosse preciso, anzi perfetto, ma un po spento, un po privo di vita.
Sarà la colorazione eufonica delle valvole o il fatto che quando il segnale attarversa decine e decine di transistor qualcosa si perde? Non lo so.
Molto molto simile al Philips AH673, anche se io preferivo quest'ultimo al B760. Però sto andando a memoria, quindi quest'ultima affermazione conta ben poco.

Rimango ancora convinto quindi che la relativa semplicità del Grundig sia ancora la sua arma migliore, che si paga con una minore versatilità rispetto ad altre macchine più moderne ma che alla fine lo fa eccellere dal punto di vista sonico che tutto sommato è quello che più conta in Hi-Fi.

Entrambi i tuner erano alimentati da due orribili pezzi di filo buttati sul tavolo, di lunghezza casuale (ma uguale per entrambi) senza alcun rispetto per l'impedenza, la lunghezza d'onda ecc. Andavano benissimo entrambi. Molti sono i fattori che potrebbero invalidare questa prova, per cui le attribuisco un valore, diciamo, casereccio, non scentifico. Dovrei provare altri B760, in altre condizioni, con antenne adeguate ecc. ma lo scopo di questa mia prova era molto più semplice ed immediato, ed in tale veste va interpretato.

 


Grundig RT50 su Tannoy/Klimo ecc.

Il proprietario di questo impianto, usando un eufemismo, si può definire un perfezionista, per cui prima di testare l'apparecchio su questo impianto assolutamente eccezionale stiamo aspettando l'installazione dell'antenna esterna per essere nelle condizioni ideali.
L'antenna è arrivata, collegata con apposito balun, per cui la recensione è pronta.

L'impianto è così composto:

- Diffusori: Tannoy Canterbury SE
- Biamplificazione passiva medio bassi: EAR 509 rivalvolati NOS Telefunken
- Biamplificazione passiva medio alti: Klimo Beltaine filtrati (amplificano a partire da circa 800 Hz)
- Preamplificatore: Nordlys di Estro Armonico
- Meccanica: CD Oracle 2000
- Convertitore DAC: Nagra
- Giradischi 1: Klimo Tafelrunde
- Primo braccio: lancellotto da 13" con testina magic Diamond della Blue Electric
- Secondo braccio: Dynavector 507 mkII con testina Dynavector XV1S
- Giradischi 2:
Garrard 301 su plinto multistrato disaccoppiato su supporti alpha gel
- Braccio: Thomas Shick da 12"
- Testine: Lumieré Dts, Nagaoka MP30 e Yamamoto YC 03S
-
Pre Phono Allnic H 3000
- Step up hashimoto + step up Telefunken + step up sowter autocostruito
- Bobine - attualmente Revox PR99 MkII ed in arrivo Telefunken M20 , entrambi tarati e restaurati da HDVS

Musica liquida....sistema Cpm2 in fase di ultimazione

- Cablaggi tutti autocostruiti con argento 7N e rame 7n per segnale, materiali e geometrie varie per potenza ed alimentazione
- Filtro di rete YBA sulle sorgenti digitali
- N.2 Distrubutori di rete Furutech ed uno autocostruito per le altre alimentazioni
-
Vari e molteplici trattamenti acustici ambientali passivi.

Premetto che non sono un recensore e che peraltro non amo nemmeno analizzare troppo il risultato sonoro, agisco più che altro di pancia ovvero capisco rapidamente se una cosa mi piace o meno e quanto mi piace.
Ritengo che debba essere chiaro per tutti l'ideale di suono a cui miriamo con la riproduzione del nostro sistema hi fi, nel mio caso sono un appassionato di classica con alcune divagazioni sulla musica etnica, in ogni caso al 90% ascolto musica suonata con strumentazione acustica, quando posso vado volentieri ai concerti.
Il mio ideale è quindi la massima approssimazione alla musica acustica live, tutto il resto non mi interessa.
Detto questo esordisco dicendo che il Grundig mi ha spiazzato, sinceramente non mi aspettavo un risultato tanto appagante , si tratta di una delle migliori sorgenti audio mai ascoltate, e lo dico mettendo nel calderone tutto, ovvero CD, vinile, liquida, bobine.
Il Grundig offre una riproduzione dell'evento musicale con una naturalezza disarmante solamente un nastro master riprodotto da una macchina professionale lo supera, direi che si colloca a livello della migliore riproduzione del vinile ed anche a volte superandolo, oltreché alla naturalezza che è il primo elemento che mi ha sbalordito esiste anche una notevole ambienza e focalizzazione degli strumenti, focalizzazione che tuttavia non è innaturale come mi è spesso capitato di sentire e che tanto piace agli audiofili che non hanno mai assistito ai concerti dal vivo.
Potrei continuare con aggettivi e termini cari agli audiofili quali timbrica, dinamica nero infrastrutturale ma lo evito accuratamente, dico solo che è una delle migliori sorgenti mai ascoltate e che si avvicina favolosamente alla fedeltà live.
Credo che non serva aggiungere altro, per me almeno è il requisito più importante.
Grande macchina e sicuramente grande lavoro da parte tua che lo hai rimesso nelle condizioni funzionali di esprimersi al massimo delle sue potenzialità
Sinceramente ho provato solo l'uscita RCA, per ora non ho voglia di fare altre prove ma in futuro realizzerò anche il cavo din per provare anche questa modalità.
Buona musica
Grundig RT50 su ...

Non ho ancora ricevuto notizie di come è composto l'impianto su cui è stato installato l'ultimo RT50 restaurato, e non ho ancora una recensione completa.
Ho ricevuto solo un'email con due frasi:

La qualità di questo tuner e' decisamente impressionante!
Lo uso per tarare l'impianto poiché è' diventato un riferimento straordinario.
Grundig RT50 su Audioresearch
Il Grundig è stato inserito e ascoltato in tre diverse catene audio :

- pre Audioresearch Ls25 mKII ;
- finale Audioresearch vt 100mkIII;
- diffusori Electrovoice a tre vie, tutte a tromba, con woofer da 46 cm, 105 db di efficienza.

- pre Audioresearch ls25 mkII ;
- f
inale Sun Studio 300 b ;
- diffusori monovia 94 db di efficienza

- pre Bryston bp 26;
- finale Bryston 4bsst/2 ;
- diffusori Electrovoice a tre vie, tutte a tromba, con woofer da 46 cm, 105 db di efficienza.

Sono in attesa delle foto dell'impianto


E' stato confrontato con grundig st 6000 e revox b760.
Ed eccoci.
In primo luogo, è un oggetto di straordinaria bellezza, grazie anche alla eccellente opera di restauro. Si vede e si percepisce fisicamente che appartiene a quella schiera di oggetti frutto di cultura umanistica, quella che non c'è più oggi, che sviluppò in campo industriale un amore costruttivo, già appartenuto agli artigiani, volto al conseguimento della qualità e non della quantità. Cultura che ha portato al miglior design, Zanuso, Castiglioni, Mari, etc., e che ha generato oggetti e apparecchi che conosciamo : dalla porsche 356, al duetto osso di seppia, ai brionvega, ai giradischi emt e garrard e al nostro grundig rt50.
Capta di tutto e con tutto. Anche con il filo interdentale! E' davvero sufficiente un pezzo di filo elettrico perché riceva, senza incertezze e in STEREO, tutte le stazioni possibili, trasmettendo, poi, il segnale in maniera pulita e priva di distorsioni.
Il suono.
Suono bellissimo. Caldo avvolgente, mai affaticante. Strumenti e soggetti vivi e presenti e alta definizione del pizzicato con le "corde".
Ma ciò che è veramente stupefacente è la tridimensionalità percepita. Tridimensionalità intesa come distanza. Attenzione(!) non semplicemente come distanza tra un soggetto e l'altro, tra uno strumento e l'altro, ma, addirittura, come distanza tra naso e orecchio, tra bocca della tromba e bocca dell'artista. Plasticità, quindi. Questi ultimi non sono iperboli, non mi appartiene l'esagerazione, sono solo esempi nel tentativo di farmi comprendere. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Intendo chiarire un aspetto che, invece, mi appartiene : io non credo al suono dei cavi esoterici, non credo al suono delle valvole, non credo al suono degli amplificatori, che per me sono "scatole nere". Credo ai parametri elettrici. I cavi di segnale devono semplicemente avere bassa capacità e densa/pesante schermatura che abbassi la resistenza della maglia sì da drenare i disturbi verso terra. Gli amplificatori devono avere alta impedenza di ingresso e bassa impedenza di uscita (alto fattore di smorzamento), sì da non avere, in quest'ultimo caso, alterazioni nella risposta a causa della curva dell'impedenza del diffusore. Le varie limitazioni e/o handicap, relativi alla risposta in frequenza, alla distorsione, etc.., è sufficiente che siano al di sotto della soglia di udibilità. Due apparecchi diversi che rispondano a queste caratteristiche suonano uguale in doppio cieco se i livelli di uscita sono accoppiati entro 0,1 db.
Suonano diversi, invece, le testine fonografiche, i diffusori e sempre i diffusori nella interazione con l'ambiente. In questi casi giocano un ruolo importante le differenze di risposta in frequenza e di dinamica.
Suonano ancora diversi i giradischi se non ben isolati e smorzati e con differenze nella velocità di rotazione che siano percepibili.
Ma veniamo a noi : suonano diversi i sintonizzatori, a parità di risposta in frequenza, per le loro intrinseche diverse capacità di cattura, di sensibilitò, di selettività, di distorsione, di trattamento del segnale, di immunità alla saturazione, etc…-
Infatti, il front end tutto valvole del grundig rt50 gli conferisce quella straordinaria sensibilità di cui è dotato. Solo(!) ottima invece la selettività, un po' più bassa del revox b760. Ma veramente pazzesca è la capacità di non saturare del grundig rt50, di non distorcere, grazie all'incredibile front end di cui è dotato.
In questo incredibile quadro positivo vi è solo un piccolissimo " punctum" negativo : un eccesso di "hum".
Ho provato di tutto con le masse di tutti gli apparecchi connessi, sia a valvole sia a stato solido, ma non sono riuscito a eliminarlo. E' presente soprattutto in stereo, mentre scompare quasi del tutto in mono.
Infine, in tutta onestà, non sono d'accordo con i tweakings, per una serie di ragioni, che, per brevità non spiego, e che forse (ma solo forse) potrebbero essere responsabili dell'eccesso di "hum" di cui ho detto innanzi.
Quanto precede è tutto ciò che penso dello straordinario GRUNDIG RT50.

R.A.

Sto organizzando altre prove d'ascolto, continuerò ad aggiornare questa pagina.

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Sono raggiungibile al 331-6016062 o su info@tubesound.it

Grazie Giovanni



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